mercoledì 21 luglio 2010

phil stern / sulla scena



phil stern risponde pienamente a ciò che ci si aspetta da uno come lui. gli si chiedono i ritratti di james dean, e si trovano appesi i ritratti di james dean; gli si domandano le scene da club jazz degli anni '50, e si trovano le stampe in uno sgranato bianco e nero dei locali in cui suonavano duke ellington, ella fitzgerald, louis armstrong e billie holiday; si esigono i volti delle star del cinema, ed ecco comparire marilyn monroe (triste ed allegra, pronta a qualsiasi evenienza), marlon brando, jack lemmon, john wayne, ecc. in fotografie di scena e non.

la mostra è molto semplice ed efficace. è suddivisa in piccole aree tematiche entro le quali è possibile ammirare le costanti della maestria di stern come la straordinaria capacità di mettere in risalto la matericità e la trama di ogni superficie presente negli scatti grazie al sapiente utilizzo delle luci, che spesso lambiscono di sbieco i soggetti, o l'utilizzo degli oggetti di contorno, dei muri, dei pannelli retrostanti al soggetto principale quali elementi geometrici atti ad inserire le persone ritratte in una sorta di dimensione astratta e surreale.

phil stern appartiene a quella generazione di fotografi a cui si invidia la vita che sono riusciti a realizzare. non è un eroe dannato come robert capa o un flâneur come brassaï, ma stern si è passato tutti i club migliori nei primi anni '50 fotografando situazioni che sembrano tratte dall'on de road kerouachiano più stereotipico, ha assistito alla realizzazione di alcuni dei film più importanti della storia del cinema (a qualcuno piace caldo, il selvaggio, l'orgoglio degli amberson, ecc.) e ha partecipato alle cerimonie più esclusive degli stati uniti d'america, compresa quella d'insediamento del neo presidente john f. kennedy. stern stesso, nell'intervista realizzata in occasione della mostra (la prima personale di stern in italia), dichiara candidamente che la fotografia gli ha concesso un certo tipo di potere sulle persone, un potere che stern ha saputo utilizzare al meglio entrando appieno nella bella vita americana a cavallo tra gli anni '50 e gli anni '60.

molte stampe sono dedicate a franck sinatra, col quale stern manteneva un rapporto di amore ed odio, anche a giudicare dalla corrispondenza che alla fine dell'esposizione viene mostrata. è proprio un ingrandimento del cantante italoamericano a concludere la mostra del centro forma: un uomo in impermeabile, spalle all'obiettivo, cammina in un corridoio deserto di un hotel. Solo la didascalia ci informa che sotto il cappotto c'è sinatra.


qui ulteriori dettagli sulla mostra e sulla vita di phil stern.

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